(548) Conviti, suoni, canti, son roba di tutti i tempi e di tutti i luoghi. Non tralascerò tuttavia di citare neppur qui l’analogia del Mambriano nel solito episodio (II, 39). Anche ciò che tien dietro alla mensa è ritratto dal costume reale; e non sarà forse troppa malizia il supporre che Lodovico stesso conoscesse per prova le opportunità offerte da certi giuochi di società, simili a quello che si pratica nella corte d’Alcina (st. 21). Almeno per sussurrare qualche paroletta galante, oserei dire ch’egli pure dovesse approfittarne.(549) Ruggiero - né è sua la colpa - non si contenta di così poco. La notte lo vediamo pertanto nel letto, attendendo che a lui venga l’amata. Ottave meravigliose, quelle che ci rappresentano il suo aspettare (23-25)! L’idea è tolta dall’epistola d’Ero a Leandro(550), e le prime note ci fanno sentir l’eco di un distico di Tibullo(551); ma il poeta nostro ha perfezionato la rappresentazione con un’arte mirabile, che qui dev’essere anche un riflesso della sua propria esperienza. E testimonio eloquentissimo d’arte squisita ci porge pur anche l’ottava (29) che descrive gli [185] abbracciamenti, soprattutto se si colloca a fianco del suo modello: Brandimarte e Fiordelisa nell’Innamorato (I, XIX, 61).(552)
Ecco dunque il prode Ruggiero ingolfato nelle voluttà, e in balìa d’una femmina, come Ercole presso Omfale, Ulisse all’isola di Calipso, Enea a Cartagine, Mambriano e Rinaldo presso Carandina. Il nostro eroe non scende davvero meno basso del figliuolo di Giove; come lui, prende ornamenti muliebri e vesti molli e delicate, si pettina effeminatamente, si profuma (st.
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