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      Invece è qui bene da notare che insieme coll’Andromeda di Ovidio l’Ariosto ebbe presente pur quella del suo emulo ed imitatore Manilio.(610) Né l’essere Angelica Andromeda, toglie che in lei appariscano alcune sfumature dell’Esione di Valerio Fiacco. Bisogna aguzzare un poco la vista per scorgerle; ma una volta scorte, non si metteranno, credo, più in dubbio.(611) [202] Stabilito poi che l’Ariosto ritraeva anche da questo modello, non si potrà lasciar qui passare inavvertita una somiglianza di orditura. Ruggiero ed Ercole usano del pari, prima il ferro,(612) indi, visto riuscir vano quel mezzo, armi meno solite. Ercole ricorre ad uno scoglio, che svelle egli stesso; Ruggiero allo scudo incantato.(613) E ne consegue un effetto analogo, sebbene più pieno nel caso dell’eroe greco.(614) Quanto alla Lucina del Boiardo (III, III, 24), la sua efficacia consiste nell’aver fatto nascere in Lodovico l’idea d’introdurre nel poema qualcosa di consimile.
      Chi poi ci tenesse proprio a vedere esempi di mostri combattuti dall’alto di un cavallo alato, e non si sapesse contentare dei calzari di Perseo, non avrebbe a frugar molto nella memoria per trovarci Bellerofonte e la Chimera. Il figliuolo di Glauco combatte e vince costei montato su Pegaso, come fa coi Solimi e colle Amazzoni.
      Non ho finito del tutto. Le somiglianze con Ovidio mi era lecito affermarle senza specificarle: non posso far lo stesso delle dissomiglianze. Poiché, sicuro, ce ne sono, e di ben gravi. Ruggiero non uccide l’Orca.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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