E del pari si hanno inchieste per ritrovare Artù in persona, oppure il Cavaliere dello scudo d’oro (Guiron), quello dello scudo bianco colla croce rossa (Galaad), ecc. ecc.
Le prime indagini di Orlando sono nell’esercito stesso degl’invasori (IX, 5). Naturalmente egli non va a dire chi sia. Lo aiuta l’essere un vero poliglotto: il Mezzofanti del tempo. Questa dote preziosa gli è attribuita da tutta la tradizione italiana, fin dall’età dell’Entree de Spagne.(636) Dacché si era preso gusto a farlo viaggiare cotanto in terre di Saracini, bisognava pure dargli la conoscenza delle lingue di quei paesi; tanto più che, guai a lui, se lo riconoscono per cristiano!
La donzella del battello (IX, 8), che obbliga chiunque voglia varcare il fiume a prometterle una battaglia, se nelle fattezze generali accusa la schiatta brettone, più specificamente è a dire di razza boiardesca. Credo di trovarne l’origine nel l. II, c. IX, st. 52 sgg. dell’Innamorato.(637) Fra la madre e la figlia c’è una sola differenza ragguardevole. La prima è una perfida; essa si guarda bene dal manifestare che sorta di pedaggio richieda, e inganna quanti accettano il suo invito, trasportandoli ad un luogo dove converrà scegliere tra il morir di fame e l’andar a combattere contro Balisardo. All’incontro la donzella dell’Ariosto, proprio da onesta fanciulla, per prima cosa fa conoscere la condizione. Però i paurosi possono tenersi fuori [209] della briga, se così loro piace. Certo non è del numero Orlando, per il quale, come per Lancilotto, per Tristano, per Girone, una battaglia è sempre una festa.
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