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      Ché entrambi, non essendo riusciti a corrompere i custodi, l’una di Bireno (IX, 48), l’altro di Iroldo (Inn., I, XVII, 13), determinano di ottenerne la liberazione prendendone essi il luogo. E se Prasildo mette ad esecuzione il proposito, altrettanto farebbe Olimpia, se il braccio d’Orlando non trovasse una soluzione migliore.
      Ebbene, si sommi tutto ciò: non ne resulterà davvero l’episodio del Furioso. Diremo noi che il merito dell’invenzione spetti all’Ariosto? che da quegli scarsi elementi egli abbia tratto la sua opera per mera forza di fantasia?(642) - Sarebbe grave imprudenza: l’analogia della seconda parte, e in generale i criterî che s’acquistano esaminando la formazione di tutto il poema, inducono qui pure ad altre persuasioni. Sicché è da stare cogli occhi bene aperti, avendo presente che il nodo principale dell’azione consiste, se non m’inganno, nel fatto di una donna, la quale sposa un cotale, col proposito che le nozze le dian modo di compiere su di lui la vendetta di atroci offese. Olimpia ci apparisce insomma come una specie di Giuditta.(643)
      Fortunatamente ogni cosa è chiara nella seconda parte dell’episodio (canto X). Il modello, come dicevo, e come si sa bene, è Arianna.(644) C’è mescolanza anche qui; ma piuttosto di versioni ed esposizioni, che di materie disparate. Occorre aver presente l’Epitalamio di Teti e Peleo, e più assai la decima tra le Eroidi. Questi i componenti principalissimi; cui bisogna poi aggiungere qualche elemento pescato in altre acque. Poiché, né in Catullo, né in Ovidio, incontriamo rivale alcuna a cui la povera Arianna si veda posposta; Teseo l’abbandona: ecco tutto.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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