[212] Invece nell’Ariosto l’amore antico è scacciato da un nuovo; l’innocente figliuola del re di Frisa desta in Bireno una passione non meno ardente che scellerata (X, 10-14). Ebbene, neppur questa circostanza è invenzione dell’Ariosto; già un verso di Esiodo, poi soppresso, a quanto dicevano, da Pisistrato, doveva parlare di questo secondo amore, del quale sarebbe stata oggetto Egle figliuola di Panopeo.(645) Che se Egle non ebbe la fortuna di restar molto viva nelle memorie, restò, o riapparve, la sostanza del fatto. Al luogo suo subentrò Fedra: cosa naturalissima, poiché costei era sorella di Arianna, e più tardi la storia d’Ippolito la mostrava moglie di Teseo, senza che si vedesse bene in che modo fosse divenuta tale. La trasformazione della leggenda avvenne forse per via di commentatori, che volendo spiegare anche senza possedere le cognizioni necessarie, assai spesso confondono.(646) Si consideri in particolare che accanto alla decima Eroide Ovidio presentava la quarta, nella quale la «Minoia» Fedra (v. 61) diceva ad Ippolito (v. 63):
Hoc quoque fatale est: placuit domus una duabus.
Me tua forma capit: capta parente soror.
Thesides Theseusque duas rapuere sorores.
E nelle dichiarazioni medievali, latine e volgari, alle Eroidi, che erano una delle opere classiche più divulgate, o a proposito della quarta, o della decima, o di entrambe, od anche qual chiosa al v. 76 della lettera di Fillide a Demofonte, trovo dovunque la versione che ho detto; e mi accade in qualche luogo di trovarla proprio in una forma che si direbbe suggerita dal passo riportato.
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