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      Ciò fatto, com’egli è ritornato alla barca tenendo sempre stretta la fune, non s’ha che a tirar questa, perché anche la gomena entri e scorra nell’anello della nave.(670) Adesso si ritorna a terra. Si lega una delle estremità della gomena all’argano, l’altra a un grosso battello, pieno di legna unta [219] d’olio. Dato fuoco a questa materia, si gira l’argano,(671) e così trascinando rapidamente il battello infocato sotto la nave, le si comunica l’incendio e la si fa avvampare, prima che sia possibile pensare a un rimedio. Qui le cose sono molto più complicate che presso di noi; tuttavia, se si considera che il Tirante è già comparso tra le fonti del Furioso, il sospetto di qualche rapporto non parrà forse irragionevole del tutto nemmeno in questo caso.
      Le nuove brighe che l’uccisione dell’Orca procaccia ad Orlando (st. 46-51) potrebbero essere germogliate dal seguito dell’episodio di Andromeda (Met., V, 1 sgg.). Assalendo il paladino, gli abitanti dell’Ebùda non fanno miglior guadagno che Fineo(672) e la sua schiera. Nondimeno qui il rapporto d’origine è tutt’altro che sicuro; l’assalto si può anche riguardare come una conseguenza naturale della storia dell’Orca, quale fu esposta fino dal canto ottavo. Né i timori degli Ebudesi mancano di ragione; ché il caso di divinità irritate per l’uccisione di animali sacri, non è punto insolito nella mitologia. Se qui dubito, non dubiterò invece di riguardare la conclusione della storia di Olimpia (st. 59-76), vale a dire il sopraggiungere di Oberto, re d’Ibernia,(673) e il suo innamorarsi della tradita - della quale noi non staremo a contemplare parte per parte con lui le bellezze (st.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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