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      (687) Che associando questi due episodî non si corra dietro ad un’ombra, provano certi rapporti di pensieri, di parole e di rime, là dove, dopo il contrasto a parole, i due baroni vengono alle mani.(688) Insieme non è forse inutile rammentarsi di un altro diverbio, seguito parimenti da duello, che anch’esso ci è offerto poco più oltre dal Conte Matteo Maria, e che ha comuni col nostro, non uno solo, ma tutti e due i personaggi (I, III, 73-76). Da questi confronti, quando si rifletta che in ambedue gli esempi [224] dell’Innamorato è causa della zuffa Angelica, si deduce facilmente un corollario. Il combattimento per l’elmo, che abbiamo qui, è trasformazione dei soliti combattimenti per cagione di donzelle.(689) E in questo e in quelli l’essenziale si è, che mentre si è più infervorati nel menar colpi, scompare l’oggetto per cui si fa battaglia.(690)
      Ma anche stavolta avremmo un gran torto se ci fermassimo alla nostra epopea romanzesca, e non ci curassimo di seguitare il tipo in età più lontane. Tra le varianti che ce ne somministrano i romanzi a cui siam riportati più spesso, è qui da considerare una fiera battaglia che ha luogo nel Palamedès tra Messire Lac ed il re Pharamont. Quest’ultimo ha tolto per forza d’arme una donna, e ne ha lasciato al suolo l’amante, malamente ferito. L’altro, essendo capitato colà dove il meschino si lamentava, ha promesso di fare quanto sta in lui per rendergli la donna, e raggiunto il rapitore, lo ha costretto a combattere.(691) Oltre alla dama, è presente un terzo cavaliere, che per averne agognato il possesso, ha guadagnato poc’anzi d’essere abbattuto da Pharamont.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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