Le circostanze del ratto, inclino a crederle suggerite da una novella del Boccaccio: quella che narra le avventure di Alatiel, condotta sposa al re del Garbo (G. II, nov. 7a). Vi si veda in qual modo Costantino tolga la bellissima donna al Duca d’Atene. C’è il giardino presso la città; c’è la nave; se i famigli d’Isabella, parte fuggono, parte sono uccisi o condotti prigioni, quelli del Duca sono minacciati di morte, se osano [234] muoversi o aprir bocca.(734) E anche la burrasca e il naufragio (XIII, 15-18) sospetto emanare dalla stessa novella, dove appunto cominciano con casi di questa sorta le disavventure della fanciulla.(735)
Lo sterminio dei ladri nella spelonca (XIII, 35-40) discende dalla lotta dei Lapiti coi Centauri in un’altra caverna (Met., XII, 235).(736) Il tizzone d’Orlando (st. 35-36) fu già scagliato da Reto nella narrazione ovidiana.(737) La gran mensa (st. 37) può venire dall’enorme cratere lanciato da Teseo (v. 235-37), o [235] meglio dall’ara, sotto cui Grineo schiaccia due Lapiti, Brotea ed Orio (v. 258-62). Se pure non ci avesse qualche parte anche lo scoglio immane gittato da Tideo contro i suoi insidiatori (Theb., II, 557), che appunto si paragona da Stazio col cratere della caverna di Tessaglia.(738) L’effetto dello scoglio è alquanto più modesto; tuttavia quattro vittime conciate press’a poco alla maniera dei nostri malandrini (st. 38), sono anch’esse qualcosa.(739) Orlando mette a profitto l’avanzo della strage per far nappe ad un albero. Essere appiccati è cosa alla quale i ladri d’ogni tempo - eccetto il nostro - son troppo avvezzi, perché ci sia bisogno di rintracciar fonti.
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