Ma poco importa, dacché, senza ombra di scrupolo, possiam voltar pagina. Solo rileverò che, dato il proposito, il luogo per l’esecuzione fu scelto opportunamente, suggerito com’era dalla realtà della vita,(742) forse più ancora che da quanto accadeva di leggere in autori antichi,(743) e da quel che succedeva nel Palamedès e in più d’un luogo dell’Innamorato.(744)
E poiché anche la rassegna delle milizie saracine, che riempie il principio del canto XIV, ebbe quanto le spettava,(745) ci troviamo senza accorgercene alle avventure di Mandricardo. Il suo andar in traccia d’Orlando (XIV, 32) combina per una parte colle inchieste, per un’altra con quelli che chiamerò inseguimenti. È famoso il caso di Lancilotto, che si mette dietro a Meleagant per ritogliergli Ginevra,(746) e quello parallelo di Tristano, che insegue Palamidesse per riacquistare Isotta.(747) L’arrivo sul luogo dello sbaraglio (st. 36) ha riscontri non inopportuni nei conseguenti di taluno fra quegli episodî, di cui si fece parola a proposito della battaglia.(748)
Ma un soggetto attraente d’indagine è il ratto di Doralice. I componenti dovrebbero qui pure esser varî. Forse nel fondo [237] c’è qualche cosa di reale. Premetto una dichiarazione: non ho davvero simpatia per quel sistema, che, senza discernere luoghi, tempi, generi, persone, vorrebbe trasformare poeti e novellieri in altrettanti storici, più o meno fedeli. Quante novelle del Boccaccio, che il Manni ed altri credettero fatti accaduti nei tempi del narratore, dalla critica più illuminata dei nostri giorni furono chiarite d’origine oltramontana od oltramarina!
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