L’uno prenda egli seco per accompagnare fin sotto Parigi l’esercito d’Inghilterra; l’altra, mandi a seminare zizzania nel campo pagano (st. 75-77). Ognuno ravvisa qui sotto il Giove dell’epica antica, solito immischiarsi con mezzi non punto diversi nelle faccende degli uomini. Ma insieme con lui è da riconoscer [242] Giunone, per il modo somigliantissimo scelto da lei per assecondare le preghiere delle Argive.
Anche Michele ha qui un’origine mitologica. Esso viene ad essere in certa maniera un accoppiamento d’Iride con Mercurio, questa addetta in ispecial modo al servizio di Giunone, quegli messaggero di Giove.(762) Nell’angelo dell’Ariosto riconosciamo Iride, in quanto vediamo la celeste creatura andarsene a quella medesima casa del Sonno, a cui è inviata la figliuola di Taumante da Ovidio (Met., XI, 585), e, quel che qui vale ancor più, da Stazio (Theb., X, 80). Ed anche il fuggir delle nubi dinanzi a Michele, e il cerchio luminoso che lo circonda (st. 78), ricordano l’immagine di colei che fende l’ariaMille trahens varios adverso sole colores.
(Aen., IV, 701.)
D’altra parte, Mercurio pure si scorge nell’angelo, e perché chi lo manda è il Giove cristiano, e perché una seconda sua andata alla Discordia (XXVII, 35) vedremo(763) derivare da un luogo della Tebaide (VII, 5), in cui s’ha il figlio di Maia spacciato al feroce Dio della guerra.(764) A tutto ciò s’aggiunge un’altra complicazione. In quel ricorrere alla Discordia per suscitare imbarazzi, il Fausto e il Nisiely vedono, non senza fondamento, un riflesso virgiliano.
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