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      Così per un po’ di tempo conviene rassegnarsi a cercare il riscontro di Grifone nel drudo vigliacco, quello di Martano in Meliadus. È questa fino ad un certo segno una conseguenza dell’eredità boiardesca; poiché, non solo l’amore di Grifone ed Origille,(939) ma anche la loro separazione, per una febbre acuta(940) che ha colto in mal punto la donzella, sono cose appartenenti alla tela dell’Innamorato. Ora, si sa bene che quando la donna è Origille, separazione e tradimento si equivalgono. Origille: carattere che lo stesso Boiardo non ebbe davvero bisogno d’inventare, né di ritrarre direttamente dalla natura, avendolo l’autore del Palamedès dipinto e ridipinto non so quante volte. Per costui il sesso femminile consta oramai di sole Origilli: fissazione, che serve in qualche modo di compenso e correttivo alle adorazioni estatiche degli altri romanzieri. E il Conte di Scandiano, se non giungeva al medesimo grado di pessimismo, partecipava tuttavia anche lui a siffatti sentimenti. Il creatore d’Angelica non si sarebbe di certo lasciato sfuggire questo tipo, quand’anche, in luogo di molti, ne avesse incontrato un solo esemplare.
      Ma se il Boiardo ha già disposto le fila in modo da accennare a questo esito, non è che poi la scena non sia imitata dal Palamedès. Bisogna cercare ben lontano dall’onta di Meliadus, per entro a certe avventure poco fortunate di Brehus sans Pitié. Egli è stato costretto ad accompagnarsi con una perfida damigella (f.o 666), e malaccortamente se n’è invaghito.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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