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      Buoni riscontri di particolari, ne abbiamo pochissimi. Dopo aver gavazzato nell’abbondanza parlando dell’onta, il vedere Galeoth e Grifone vestire allo stesso modo la sprezzata armatura, invece di soddisfare l’appetito, lo stuzzica. Si capisce che i documenti della questione sono incompleti; manca forse il più importante di tutti, quello che da solo spiegherebbe ogni cosa. Proponiamoci di tener bene aperti gli occhi e di frugare pertinacemente, perché, dovunque si nasconda, venga presto o tardi alla luce.
      Anche per altre parti di questo canto XVIII non mi trovo meglio provveduto. Aquilante che si mette dietro a Grifone (XVIII, 70) può passare per un semplice sviluppo dei dati antecedenti. I ragguagli particolareggiati circa l’intinerario (st. 73-77) non richiederebbero una parola, se non fosse per dire che un’uguale tendenza alla determinatezza geografica si può osservare nella maggior parte dei nostri antichi romanzieri, specialmente nei prosatori, specialissimamente poi in Andrea da Barberino.(973) Ma anche in certi romanzi francesi - per esempio nel Blancandin - si può notare qualche cosa di somigliante.
      Andandosene col suo codardo Martano, Origille ha la disgrazia d’imbattersi in Aquilante (st. 77). Qui non s’ha a fare con un innamorato, e le menzogne del drudo non raggiungon l’intento. È questo un incontro che riesce in certo modo parallelo a quello di Grifone. Sarà forse nato per via [288] d’opposizione con quello? - Non lo affermerei; ma d’altra parte non ne so indicare la fonte.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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