- Accordo segreto. - Fuga.
Parto dalla Siria, senza volgermi per ciò ad altri personaggi (XVIII, 133). Finché i miei cinque baroni - un nome femminile per Marfisa sarebbe quasi un’offesa - hanno una navigazione felice (st. 135-40), non mi darebbero nulla da dire, se non fosse per la descrizione di Cipro (136-39). Conviene ringraziare il poeta d’aver qui surrogato ai nudi itinerarî questo bel quadro.(990) Può darsi che le due mirabili stanze dedicate a Pafo siano state ispirate dalla pittura che dei luoghi medesimi ci fa nella Giostra Messer Angelo (I, 70 sgg.). Ne suscita il pensiero il vedere in esse condensati gli elementi che sono anche là principalissimi: monte, alberi, fiori, fontana.
Correre il mare senza una burrasca, sarebbe un’enormità.(991) A sentire il Nisiely, l’Ariosto dovrebbe aver qui saccheggiato l’undecimo delle Metamorfosi, mescolandoci il primo dell’Eneide e forse un po’ del quinto e del dodicesimo dell’Odissea.(992) Al solito, egli parla troppo avventatamente e con esagerazione. Somiglianze colla descrizione ovidiana ce ne sono di certo; tuttavia bastano solo a provare ch’essa era presente alla memoria del [292] poeta.(993) L’Eneide ha pur suggerito qualche idea.(994) Si potrebbe, volendo, aggiungere l’Innamorato, e avvertire certi riscontri.(995) Ma il parlare dell’Odissea è per noi fuori di proposito; e tutto sommato, la tempesta del Furioso (XVIII, 141-45, XIX, 43-53) appartiene all’Ariosto, e sarebbe ingiustizia contestargliene la proprietà. Non meno che de’ suoi antecessori, egli sembra aver approfittato del reale.
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