E le due condizioni devono adempiersi «ensenble»; per una sola non cesserebbe già la costuma.
Faccio sosta qualche poco, sebbene le somiglianze non vengano ancora a mancare. Quanto convengano gl’incidenti dell’approdo, mi par troppo manifesto, perché ci sia bisogno di dichiarazioni. Ma anche le doppie condizioni stanno in un rapporto causale. La prova di valore è divenuta ancor più ardua: invece di combattere contro il signore soltanto, conviene misurarsi con lui e con altri nove. Il mutamento va ricondotto ancor esso ai romanzi della Tavola Rotonda; e si deve in parte a un episodio di Febus e Girone, di cui non dico nulla adesso, perché avrò a discorrerne per disteso tra breve.(1044) Piuttosto farò luogo a qualche altra citazione. Il Tristan (II, f.o 62 v.o) ci tocca altrove di un castello, «qe l’en apeloit le Chastel ax .X. Chevaliers. Et avoit en celui chastel assez mauvese constume; car il convenoit qe chascun chevalier errant qi par illuec trepassoit, jostast a .X. chevaliers.» Galvano, non avendo vinto la prova, vi rimane prigioniero cinque anni, finché ne lo libera Lamorat de Galles.(1045)
[301] Il medesimo Galvano combatte del pari contro una decina ad un altro castello, di cui ci narra il Lancelot.(1046) Poi s’aggiunga un passaggio stabilito da Galeotto all’entrata del Sorelois. Vi sorge una torre. Chiunque domanda di passare, è tenuto a cimentarsi contro un cavaliere e dieci sergenti. Se vince, prende il luogo del vinto, ed il nome suo è scritto all’ingresso della torre.
| |
Tavola Rotonda Febus Girone Tristan Chastel Lamorat Galles Galvano Lancelot Galeotto Sorelois
|