Tristano si rimette in mare, per proseguire il suo viaggio, e Galeotto distrugge il castello, e abolisce la malvagia usanza.
Se dall’episodio ariosteo si tolgono le parti spiegate fino ad ora, rimane tuttavia un residuo considerevole assai. Questo non ci rappresenta ancora la quota spettante all’immaginazione del nostro poeta. C’è un episodio del Palamedès, a cui bisogna fare la parte sua; né sono io il primo ad avvedermene.(1078)
Senza propriamente dirne il nome, ebbi già altra volta a ricordare la torre del Passage Perilleux, a proposito del castello d’Atlante e delle avventure che vi si riferiscono.(1079) Qui conviene rammentarla di nuovo, e richiamare alla mente Guiron e Abilan Estrangor, ai quali Sagremor ha narrato la perdita dolorosa toccatagli colà. Il primo, sapendo quanto sia arduo quel Passaggio, dubita se andarci, o no; egli è coraggioso a tutta prova, ma assennato; invece Abilan non si perita un momento (Palam., f.o 514).(1080) Ci vanno. Le condizioni della battaglia sono ancor più dure che quelle dell’Ariosto: vincere venti cavalieri, quindi il signore della rocca.(1081) E tutto questo nel medesimo giorno; sennò, l’indomani bisognerà ricominciare da capo. Però i vincitori sono estremamente rari:(1082) due soli fino ad ora; e di questi il secondo non può vantarsi che a mezzo.
Abilan, quantunque ora si sia accorto della follia, tenta il primo la prova. Egli è fatto passare senza compagnia oltre [306] una sbarra, che poi si richiude: come Marfisa nella piazza, o dirò meglio, nell’anfiteatro d’Alessandria.
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