(1083) Secondo l’usato, all’idea nuda del Palamedès l’Ariosto ha fatto indossare abiti sontuosi; quindi le gradinate; quindi le quattro porte di bronzo. Le prove di Abilan avvengono sotto gli occhi di più che quattrocento persone, le quali assistono dalla torre.(1084) Il peso è troppo grave per lui; al terzo scontro è a terra, e lo conducono prigioniero.
Subentra Girone, degno riscontro a Marfisa. Ché, se costei uccide i nove compagni di Guidone (XIX, 80-87), Girone sbaraglia i venti: prima abbattendone cinque ad uno ad uno, poi combattendo contro tutti gli altri insieme. Qui egli fa per elezione e risparmio di tempo ciò che nel Furioso è imposto dal costume. Viceversa, Guidone si tiene in disparte per cortesia, violando l’usanza del luogo, mentre al Passage Perilleux è legge che il signore non esca a combattere se non contro chi abbia già messo al di sotto la brigata dei venti.
Perché mai l’Ariosto scelse Guidon Selvaggio, per addossargli queste avventure? - La ragione precisa non la saprei dire; ma certo il poeta operò con molta saviezza. Guidone era un personaggio assai noto nella nostra letteratura cavalleresca. Un romanzo inedito in ottava rima, a noi conservato da un codice Riccardiano,(1085) un testo in prosa,(1086) che fa corpo colla grande compilazione delle Storie di Rinaldo, e soprattutto il libro intitolato Ancroia, di cui già il quattrocento conta almeno quattro edizioni,(1087) avevano reso popolarissimo il nome [307] di codesto bastardo di Rinaldo,(1088) e divulgato universalmente il suo partirsi dalla madre Costanza, «Per gire in Francia a ritrovar sua gente» (Fur., XX, 6). Però, mettendo sulla scena questo personaggio, Messer Lodovico conduceva dinanzi al pubblico una vecchia e cara conoscenza.
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