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Giovinezza e cortesia vanno per solito insieme. Questo signore, che poi sapremo essere figlio di Galeoth le Brun e chiamarsi Febus, avanti di uscir fuori, manda a dire a Girone, che gli par villania il combattere fresco, contro di lui stanco e ferito; però lo consiglia di indugiare la battaglia, tanto che sia risanato. Una proposta quasi identica nel Furioso (XIX, 89-90): soltanto, Guidone dice egli medesimo, ciò che l’altro fa dire da un messo.(1093)
Girone non accetta punto l’offerta.(1094) Ecco dunque in campo il giovinetto, ed ecco incominciare la danza. Per l’urto, entrambi i cavalli cadono a terra, e con loro i cavalieri.(1095) Girone, non avvezzo alle cadute, si meraviglia;(1096) ma destro in sommo grado, è subito in piedi.(1097) Febus è un po’ men pronto a levarsi.
Senza tante parole, basterà dire che i due cavalieri durano a combattere fino a sera, e nessuno ancora ha ottenuto vantaggio.(1098) Ben si sono tempestati di colpi, e hanno giudicato a vicenda l’avversario il miglior cavaliere del mondo, e pensato seriamente ciascuno ai casi proprî.(1099) Rimesso di comune accordo all’indomani il seguito della battaglia,(1100) il signore della torre invita cortesemente Girone ad albergare quella notte con lui.(1101) Girone accetta:(1102) ed entrando nel bellissimo castello, viene al palazzo, splendidamente illuminato.(1103) Svestite le armature, si guardano fisamente l’un l’altro. La perfezione del corpo di [309] Girone desta stupore in tutti gli astanti; egli alla sua volta vede con meraviglia nell’ospite il ritratto vivente di Galeoth le Brun, del caro e venerato compagno dei primi anni della sua cavalleria.
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