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      (1104) Dopo la cena, il signore conduce Girone ad una bellissima camera. Questi ritiene uno solo dei cavalieri lasciati per servirlo e onorarlo, e da lui si fa poi narrare tutta l’origine del costume.(1105) È una lunga storia, che non ci riguarda punto in questo luogo, se appena si eccettui la circostanza, che Girone viene così a conoscere l’essere e il nome del signore della torre.(1106)
      L’indomani Girone, ricusate le agevolezze che gli si vorrebbero usare contro il costume stabilito, sbaraglia di nuovo una brigata di venti, e quindi ripiglia, sebbene a malincuore, il combattimento col figliuolo dell’amico. Alla fine l’animo non gli regge: però, gettatosi ai piedi di Febus, si chiama vinto. Febus lo rileva, e tanto supplica, che lo induce a manifestarsi; conosciutolo, getta scudo e spada, e corre ad abbracciarlo. Tornano allora al palagio, dove si fa da tutti gran festa e grande onore a Girone. Egli rimane colà quindici giorni, e poi riprende la sua vita d’avventure.
      Questa narrazione, aggiunta ai casi del Chastel de Plor, spiega la seconda metà del canto XIX e dà qualche po’di lume anche per il XX. Ma la catastrofe non ha nulla di comune. Se non m’inganno, c’è in essa una parte considerevole propria dell’Ariosto; tuttavia l’idea prima fu probabilmente suggerita da un episodio del Tristan (II, f.o 9),(1107) che in fondo non è se non una variante del Chastel de Plor. Tristano, cavalcando con una donzella, capita al Chastel Cruel: tale è il soprannome che gli danno nel paese vicino.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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