Quegli la spregia. «Quaut Messire Lac entent ceste nouvelle, si respont en soubzriant, et fait semblant qu’il soit ung poy courroussez: Par Dieu, sire chevaliers, vous ne parlez pas si courtoisement comme chevaliers errant devroit faire, qui en telle maniere alez blasmant devant moy ma damoiselle. Mais je sçay bien pour quoy vous le faictes; car toute jour advient, que la chose que on desire, blasme on plus. Et pour ce la blasmés [324] vous, que vous la voulés avoir. Et puis que la voulés avoir, je vous la donne.»
Potrei aggiungere qualche altro esempio ancora.(1178) Tralascio, perché sono sicuro d’aver seccato già troppo chi legge. La seccatura porta qualche frutto: serve a illustrare sempre più, coll’evidenza dei paragoni, il sentimento artistico dei nostri massimi romanzieri, così parchi, così fedeli alla legge della varietà, in un genere di composizione in cui il luogo comune aveva dominato tiranno.
Veramente non parrebbe questo il momento più opportuno di vantare la varietà del Furioso, mentre proprio alla scena esaminata tengono dietro più di due ottave (XX, 129-31), che rinnovano tal quale un incidente del primo canto (st. 64; 69-71).(1179) Ma a non essere pedanti, ripetizioni cosiffatte sono tanto rare, da non doversene nemmeno tener conto nel giudizio complessivo. Mettiamoci dunque in via dietro a Zerbino, oppure, che farà presso a poco il medesimo, dietro al povero Morhault.
Zerbino e il Morhault sono ugualmente mal disposti contro le rispettive compagne. E costoro li ricambiano ambedue con sentimenti d’odio e dispetto.
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