Tuttavia, starò io qui a indicare ad una ad una le differenze, e ad esporne le ragioni, o quelle che a me paiono tali? Farò io notare l’unificazione di certe scene, le poche giunte, i molti tagli? Tutte queste son cose, per le quali al lettore non occorre la mia imbeccata. Sopra un punto solo voglio fermarmi. Fra le mani di Lodovico la narrazione s’allontana dal mondo cavalleresco per avvicinarsi al reale. Quindi alla damigella, o per servirmi di un termine [340] più esplicito, alla concubina, subentra la moglie; quindi non si conserva più traccia della vita errabonda e avventurosa, che conducevano i personaggi dell’esemplare. È ben vero che la prima di queste due discrepanze potrebb’anche provenire da un altro esemplare dello stesso tipo, contenuto pur esso nel Palamedès.(1282) Non per ciò muterebbero le cose. Anzi, l’andar [341] a pescare una circostanza colà donde altro non si toglie, proverebbe ancor meglio la deliberata volontà dell’autore.
Le mutazioni dovute ad apprezzamenti psicologici non sarebbero le meno istruttive. La più importante è quella donde comincia la divergenza totale del racconto di Lodovico dalla narrazione francese. In questa il cavaliere che ha ucciso l’amico ama ciò nondimeno colei, che con un’astuzia così scellerata lo trasse a commettere l’opera nefanda. Dati quei costumi, quei personaggi, quel primo amore soffocato per lealtà, la cosa non è irragionevole né inverosimile, come dapprima si sarebbe tentati di dichiararla. Ma poste le circostanze quali sono nel Furioso, l’amore sarebbe riuscito stomachevole al lettore, e inammissibile in sé medesimo.
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Lodovico Palamedès Lodovico Furioso
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