60); rendere meno che casti gli amori d’una [355] coppia destinata a progenerare gli Estensi, sarebbe per il poeta un recare oltraggio a coloro ch’egli vuole esaltare. È già molto concedere i primi baci (st. 32); il resto non potrà venire che dopo il legittimo matrimonio (st. 34). Sicché, ecco Ruggiero in via per andare a prender battesimo, e a chiedere al padre - un po’ prosaicamente, a dir vero - la mano della donna amata.
In via: ma per non arrivare se non dopo cento altri casi Le lagrime della donna, in cui s’incontrano i due amanti; la domanda, la cagione del pianto (st. 36-41), richiamano alla mente Iroldo, trovato da Rinaldo nell’Innamorato (I, XVI, 60). E vogliamo andare un po’ più lontano in cerca di paragoni? - Eccoci subito un episodio del Lancelot,(1365) che fa ottimamente al caso nostro.
All’uscire da una foresta per la quale era venuto cavalcando, Lancilotto s’imbatte in una donzella, che faceva gran lamento.(1366) La saluta e domanda la ragione del pianto.(1367) Essa risponde che gliela direbbe, se credesse che ne venisse del bene; ed essendosi il cavaliere dichiarato pronto a fare ciò che sarà in lui, gli conta come una sorella di Meleagant, in conseguenza dell’aver liberato Lancilotto da una prigionia in cui l’avea tratto con frode il fratello,(1368) fosse stata accusata e condannata a morte, quando per un certo giorno non avesse trovato un campione. Nessuno ha ardito di prenderne le difese, e il termine è arrivato. Però l’indomani mattina dovrà essere arsa.(1369) Ed essa è una delle più alte, delle più valenti damigelle del mondo!
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