(1381) Origine somigliantissima ha il passaggio al Pont de la Tor Vermeille.(1382) E per tornare alla Douloureuse Garde, ivi il costume fu stabilito per vendicare la morte del signore del luogo, che il re Uterpandragon uccise, dopo avere albergato là dentro. Da quel tempo sono già scorsi trent’anni e più; e ne passeranno ancora non so quanti, prima che «le filz au Roy mort de duel» - cioè Lancilotto - sopraggiunga a metter fine all’usanza.
Non durerà così a lungo quella istituita dalla dispettosa donna di Pinabello a similitudine di altre moltissime di cui si legge nei romanzi della Tavola Rotonda. Chi di là passa, se non riesce vincitore di quattro prodi cavalieri, combattendo, [359] prima contro un solo, poi contro gli altri tre ad un tempo, deve lasciare armi e cavallo, e se ha seco donzella, tollerare di vederla messa a piedi e spogliata delle vesti (st. 53-54). Quest’ultima villania non trovo nei molti esempi che posso mettere a riscontro. E si capisce; ché essa è il prodotto di un’amplificazione introdotta dal nostro poeta in un’avventura di cui si è conosciuta chiaramente l’origine.(1383) La dama del Maganzese non è contenta se non ha spogliato un migliaio di donzelle, perché anche a lei furon tolte le vesti. Ma all’infuori di ciò, nuotiamo nell’abbondanza. Mi limito a citazioni prese dai due romanzi a cui dobbiam ricorrere più spesso.
Uno dei tiri giocati da Helide al disgraziato Morhault consistette appunto nel condurlo, come fosse caso, ad un castello, dove ogni cavaliere che abbia una donzella con sé deve giostrare contro tre avversarî (Palam., f.o 308). Se vince, può andar oltre; se è abbattuto, perde armi e cavallo, e lascia la donzella là dentro.
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