Infine, un pedaggio sul sesso gentile riscuote Trudet le Geant (Palam., f.o 264):(1390) «Chevalier errant qui maine dame ou damoiselle, qui passe par my sa terre, il le(1391) veult avoir une nuyt en son lit. Et l’andemain on lui rent, et lui coppe la queue de son cheval et une oreille, d’enseigne qu’i[l] peut aler par my sa terre, qu’il a payé son payage, et que on ne le peut plus arrester.» Se il cavaliere preferisce le armi, gli conviene provarsi contro tre; ma allora, soccombendo, e lui e la donzella resteranno in potere dei gigante. Il luogo - c’è di che! - si chiama Mesestances(1392).
E per tener conto anche del Tristan, ho già avuto a ricordare il Castello d’Uter. Chiunque, sopraggiungendovi, non s’accomoda alla prigionia, è messo a combattere contro sei cavalieri ad un tempo. Alla stessa categoria di costumanze è sempre da ascrivere, quantunque solo periodico, l’uso che s’osserva alla feste Uter, rammentata pur essa da poco. Anche qui ogni cavaliere errante deve abbandonare cavallo ed arme (Trist., II, f.o 211; 220). E il combattimento è a doppio grado: prima contro due, poi contro dieci; e almeno per questo rispetto dà a vedere una certa analogia cogli usi della rocca di Pinabello.
[361] È invece per altri riguardi che giova richiamare un’altra avventura del Tristan, anch’essa già presa in considerazione: il Chastel Cruel. Il campione a cui è imposto il mantenimento dell’usanza, deve tollerare il gravoso incarico per un anno (II, f.o 11): un mese meno del tempo per cui Pinabello ha fatto prestar giuramento ai quattro cavalieri.
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