Ebbene: uguale delitto, uguale condanna, simile scampo, nel Filocolo.(1416) Sennonché c’è bisogno di sfrondare senza misericordia il testo di Messer Giovanni, eliminandone soprattutto la macchina, in particolare poi Venere e Marte, che scendono dal cielo e intervengono personalmente nell’azione. Tolto il soprannaturale insieme cogli altri cartocci, resta qualcosa di molto somigliante al caso nostro: Florio che con astuzia, nascosto in una cesta di rose, ha saputo eludere la gelosa vigilanza dell’Ammiraglio d’Alessandria, e giungere alla sua Biancifiore; i due amanti sorpresi e mandati al fuoco; certi compagni di Florio, che sopraggiungono a tempo, e sgominano tutti gli sgherri.(1417) Nondimeno i legami dei condannati non sono qui sciolti dai soccorritori: li fa togliere l’Ammiraglio stesso, venuto a più savio consiglio. Cotale differenza, aggiunta alle altre, è cagione ch’io non stia pago a questo solo riscontro, pur giudicandolo il migliore di quanti conosco, e non creda mal fatto di ricordarne altri due, che trovo, uno nel Palamedès, l’altro nel Tristan.
Nel Palamedès (f.o 633)(1418) M. Lac ed Yvain aux Blanches Mains trovano legato ad un albero un cavaliere, nudo e cogli occhi bendati. Egli narra a’ suoi salvatori, come essendo con una dama da lui molto amata, lo cogliesse il marito. Veramente doveva essere affogato in un lago; ma l’acqua era gelata, e però gli sgherri lo avevano abbandonato a quel modo, lasciando al freddo la cura di ucciderlo. - Tutti e tre i [367] cavalieri, il liberato e i liberatori, cavalcano poi al castello dov’era accaduto il fatto, e vi trovano gran pianto.
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