Ai baroni di Cornovaglia duole la morte della regina; però consigliano di abbandonarla ai lebbrosi (mesiaux): pietà veramente crudele!(1420) La commutazione della pena è di tal sorta, che anche il marito offeso può consentirvi. Si prepara dunque un gran fuoco pel solo Tristano. Saputolo, quattro fidi compagni s’appostano per fare un colpo di mano. Non occorre: Tristano, nel cammino, riesce a fuggire, [368] e scampa gettandosi in mare da un alto scoglio. Da sé non potrebbe invece liberarsi Isotta; ma uno degli imboscati, accorso alla casa dei lebbrosi, trae fuori lei pure a salvamento.
Ecco una catastrofe molto meno somigliante delle altre all’ariostea; in compenso, ecco anche un caso che sembra aver fornito qualche elemento ad altre parti dell’avventura. Per quali vicende Ricciardetto si trovasse preso e condannato al fuoco, narra egli stesso a Ruggiero (XXV, 26-70). È un racconto piacevolissimo, dove l’Ariosto seppe ripigliare e compiere leggiadramente la bella avventura in cui s’interrompeva l’Innamorato. Qui Bradamante cessa per qualche tempo di essere la donna guerriera, e si trasforma in un altro tipo analogo: la femmina travestita da uomo. Entriamo così in un ciclo speciale di narrazioni, a cui non posso né voglio qui dedicare un excursus. Serva dunque il poco, che ebbi a dirne nell’introduzione.(1421)
Le prime ottave messe in bocca a Ricciardetto (st. 26-30) riassumono cose già dette dal Boiardo (III, VIII, 63-66, IX, 3-25), il quale in parte dovrebbe forse confessarsene obbligato all’autore della Camilla Bella(1422) (IV, 39 sgg.
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