Lascio dunque insoluta la gravissima questione fino ad esame più maturo.(1435)
Che l’ospite sia turbato da una grave afflizione, sicché contrastino in lui due sentimenti, non è caso insolito. In condizione siffatta si trova il valvassore che accoglie Yvain in un episodio dello Chevalier au Lion (v. 3770 sgg.).(1436) Riscontri perfetti, non ho alla mano; uno, forse non cattivo, citerò un poco più oltre. Mescolanze, ce n’è di certo anche in questo caso. L’afflizione d’Aldigiero ha radice nel Boiardo: Malagigi e Viviano furono presi fino dal libro II, canto XXII, stanza 60, dell’Innamorato. Poche ottave più oltre (XXIII, 3-4) si videro presentati a Marsilio; indi non si fece più parola di loro. Ma se i due baroni dovettero languire così a lungo in un’oscura prigione, in balìa della crudele Lanfusa, ringrazino la Spagna.(1437) Ché, in un episodio di quel poema (c. II sgg.), tutti i principali baroni di Francia, abbattuti da Ferraù, erano da lui condotti dentro Lazzera, dove rimanevano poi imprigionati, in potere della feroce sua madre.(1438) Poi, Lodovico fa qui uso di due dati fondamentali per la letteratura cavalleresca italiana: la fellonia dei Maganzesi, e la loro nimicizia implacabile colla gesta di Chiaramonte, ossia colla schiatta a cui appartengono appunto Viviano e Malagigi. I Maganzesi dei nostri romanzi hanno di continuo segreti rapporti coi Saracini; a chi conosce anche solo il Morgante non abbisognano di certo schiarimenti. Tradire, mettere i paladini nelle mani degl’Infedeli, è cosa abituale per loro; il più delle volte fanno ciò per semplice odio, senza ricevere danaro né altro; ma negli esempi più antichi, donde è emanata tutta questa famiglia di narrazioni, c’è [373] pure il prezzo, sotto forma di donativo o ricompensa.
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