Preceduta da altre quindici stanze costituisce il Padiglione di Mambrino, che come cosa compiuta in sé stessa sta nel codice riccardiano 1091, donde fu tratto modernamente e pubblicato per occasione di nozze.(1467) Le quindici stanze son prese da un poemetto che ne’ manoscritti s’incontra esso pure con nomi varî (Padiglione di Carlo Magno, di Pipino, di Agolante), e al quale altre nozze procurarono il beneficio di una buona stampa recente,(1468) aggiuntasi a parecchie antiche; un poemetto che ci [380] rappresenta in forma schietta il fatto notevole di questo ramoscello staccato fra noi dal tronco e confitto in terra per farne una pianta a sé. Soggiungerò poi per ultimo come un rampollo e una varietà dei padiglioni, pur avendo anche qualche ragione sua propria, possa dirsi l’addobbo della piazza di Parigi nel giorno dell’incoronazione di re «Alois», secondo le Storie Nerbonesi (l. III, c. XIX-XXII) del Barberino e la Incoronatione del Re Aloysi di Michelagnolo da Volterra.(1469) I quattro lati della piazza sono ricoperti di magnifici tappeti, su cui si vedono ritratte tutte quante le storie immaginabili. Nemmeno la parte superiore è rimasta sgombra, e naturalmente vi è rappresentato il cielo, co’ pianeti, cogli angeli, ecc. Insomma, la piazza è ridotta un immenso padiglione, né più né meno.(1470)
Che Lodovico non ignorasse questa letteratura, è presumibile per sé medesimo; ed anche la sua descrizione par confermarcelo con qualche indizio positivo.(1471) Tuttavia, essendo il padiglione suo un padiglione nuziale anziché guerresco, ha diritto d’essere menzionata, per quanto oggetto difforme, anziché la coperta del letto di Peleo e Teti presso Catullo.
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