(1485) Che l’Ariosto ricevesse di qui l’ispirazione (la Historia o Vita di Merlino sappiam nelle sue mani da un pezzo)(1486) argomenterei anche dall’esser tutta simbolica la rappresentazione che sulla fonte è scolpita (XXVI, 31-36). Del resto, alla fiera, assalita e messa a morte dai principi, non deve nemmeno essere estranea la lupa di Dante e la caccia vittoriosa che le darà un giorno il veltro liberatore.(1487)
[386] Così credo siano da spiegare le cose. Tuttavia non tacerò che anche la tradizione dei romanzi della Tavola Rotonda aveva predisposto il connubio delle predizioni di Merlino colle fonti. Ivi a poco a poco s’erano venuti moltiplicando certi petroni, denominati dal vate britanno, e da lui muniti per solito di scritte profetiche, riguardanti qualche fatto, di cui il luogo sarebbe scena un giorno. Orbene, i petroni stanno qualche volta presso una fontana. Si senta la nostra Tavola Ritonda (I, 45): «Ed essendo nel mezzo della foresta, eglino si truovano la fontana del Lione; e davanti la fontana sì era lo primo petrone che Merlino dificato avea; nel quale petrone avea lettere intagliate, le quali dicevano cosie: Qui s’assembreranno» ecc. Ho citato la compilazione italiana, perché ivi solo, se non erro, il Petrone è attribuito in modo espresso a Merlino: ma petrone fatidico e fontana sono del pari nel Tristan(1488), nel quale, non altrimenti che in questa emanazione, Merlino appunto conduce a vedere la scritta Governale, colui ch’egli ha scelto a balio del protagonista, nato allora alle gioie e ai dolori della vita.
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