Costei applica alla piaga un’erba, che ricorda d’aver visto poco lungi (st. 21-24): come fa nell’Innamorato la figliuola del re delle Isole Lontane con Brandimarte (I, XXI, 39).(1506) Presso il Boiardo la guarigione è istantanea (st. 41); e sì che Avea il baron la testa dissipata!(1507) Lodovico riduce il fatto al verosimile, attenuando la ferita(1508) e prolungando la cura. Al suo pensiero fu qui ben presente - e presente era stata forse a quello stesso del Boiardo - la guarigione di Enea per opera di Venere nel XII dell’Eneide (v. 411 sgg.).(1509) Quanto all’innamorarsi che Angelica fa del giovinetto saracino, se è un castigo del Dio d’Amore (XIX, 19), tale era pur stato, in tempi oramai lontani, il suo invaghirsi di Rinaldo (Inn., I, III, 40). Ciò che segue, appartiene a un genere idillico, di cui toccai altra volta.(1510) Quegl’intrecciamenti di nomi, incisi sopra ogni tronco, ogni pietra (st. 36), saranno poi imitati assai spesso dai poeti posteriori. [393] Sono del resto applicazione di un costume molto antico, e che ogni coppia d’amanti saprebbe inventare da sé.(1511)
Angelica si è data a Medoro;(1512) la superba, che aveva per tanto tempo tenuto a bada i più eccelsi cavalieri del mondo (XIX, 31-32), s’è umiliata finoA farsi moglie d’un povero fante.
(XXIII, 120.)
Fatti più o men consimili seguono non di rado nel mondo reale: Angeliche ne conosciamo tutti, e certo ne conosceva anche Messer Lodovico. Ora la figliuola di Galafrone si avvia verso il regno paterno, lasciando dietro di sé le testimonianze più indubitabili dell’accaduto.
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