Et quant il li fu venus, il se descendi et se desarma, et gieta ses armes ça et la.(1542) Et dist q’il ne finera jamès de duel mener tant q’il morra par fine force; car il ne vieult plus vivre, puis qe Yselt l’a laissé por Kahedin.»(1543) Capita a quel luogo Fergus, già suo compagno e amico affezionato. Fergus invano lo interroga; vedendolo così corrucciato, non insiste. Resta con lui fino al giorno appresso; quindi dice a Tristano che andrà a Tyntaiol e vedrà la regina: lo aspetti tanto che ritorni. Partitosi di là, Fergus incontra una donzella messaggera, inviata da Palamidesse per sapere se Tristano sia in Cornovaglia. Interrogato, non le tace dove lo potrà vedere. E la donzella viene, e lo trova «si durement corrouciés, qe a poi q’il ne muert de duel. Il se plaignoit et doulousoit en tel maniere, que nus ne l’oïst, q’il ne le tenist a grant merveille.» Lasciamo stare tutti gli sforzi che la pietosa fa per consolarlo; son belle scene, ma non ci riguardano. Tristano non è in una condizione d’animo da ammetter conforti: tutto ciò che gli si può chiedere, è un poco di pazienza. Ed egli ne ha sul principio; e quando l’ha esaurita, monta a cavallo, per allontanarsi dalla donzella, e tanto va, «qu’il est venus devant une tour, ou il avoit une fontaine moult envoisie(1544).»(1545) In questo luogo medesimo s’era [399] combattuto con Palamidesse, assistendo Isotta dalla torre.(1546) Là dentro egli aveva poi passato tre giorni coll’adorata donna. Alla vista di quei luoghi le reminiscenze gli s’affollano alla mente.
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