Il vet criant et braiant come une beste forcenée.»(1551)
Ora la donzella ne perde le tracce, e inutilmente lo va cercando per molti giorni. Noi stessi, se lo vorremo trovare, [400] saremo costretti a fare un gran salto.(1552) Rassegniamoci, e sentiremo (f.o 187 v.o)(1553) «qe puis que Tristans se fu departis de la damoisele.... et il ot del tot perdu le sens et la memoire, q’il ne savoit q’il fesoit, il conmença tot maintenant a derompre sa robe q’il avoit vestue, come home forsené q’il estoit.(1554) Si q’il aloit parmi le Morois come tot nuz, bruiant et criant, et corant aussi come une berte forsenee. Et se aucuns me demandoit de quoi il vivoit, je diroie q’il vivoit de char crue. Car tote jor prenoit par le Morois bestes ça et la, et manjoit puis la char a tout le cuir(1555)».(1556) In quello stato egli prende a praticare con certi pastori,(1557) che gli danno del pane, ma glielo fanno pagare con busse non poche. Per solito egli sopporta tutto senza vendetta; anzi un giorno difende i pastori da un altro matto, per nome Daguenet, venuto dal reame di Logres in compagnia di due scudieri. Tristano, afferrato Daguenet, lo atterra; ciò fatto, gli toglie la spada, e con essa spicca un braccio ad uno degli scudieri. L’altro, visto il colpo, si dà ad una fuga precipitosa. «Tristans l’enchauce longuement, mes ataindre ne le puet».(1558)
Fu proprio specialmente su questa pazzia del nipote di re Marco che la mente dell’Ariosto venne elaborando l’ammattimento del povero Conte. E da una parte e dall’altra è causa del male la gelosia.
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