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      La passione è qualcosa di immutabile: le sue manifestazioni sono oltremodo varie, e dipendono da un complesso di cause accidentali.
      Per buona sorte il poeta ritorna subito ad esser lui. Non si tiene, no, dentro i confini della natura reale. Se l’avesse fatto, avrebbe mostrato d’intendere male il suo ufficio. Come l’innamorato del Boiardo è pur sempre l’antico Orlando,(1563) così questo furioso dovrà stare in una giusta proporzione col personaggio che abbiamo conosciuto in tutta la parte anteriore del poema. Quindi tornano opportunissimi gli atti di strano furore, dei quali, del resto, si può anche penetrare l’origine. Il fare a pezzi il sasso colla spada (st. 130), parrà un riflesso dell’ultima e famosissima prova di Durindana in Roncisvalle.(1564) Ed è difatti: ma non direttamente; ché serve da mediatore il Boiardo, presso il quale Orlando aveva già provato le punture della gelosia, e n’era divenuto così sitibondo della vita di Rinaldo, che per sfogare la rabbia, mentre aspettava impaziente di uscire a far battaglia, aveva mandato in pezzi colla sua spadaUn gran Macon di pietra marmorina.
      (I, XXVI, 3.)(1565)
      Questo riscontro sicuro fa nascere il dubbio che anche lo sradicare alberi d’ogni sorta (st. 133-35) non sia senza qualche rapporto con ciò che intanto fuori di Albraccà andava facendo Rinaldo, non troppo meno impaziente del cuginoArbori e piante con la spada taglia.
      (Ib., st. 4.)
      Invece l’eccidio dei pastori e degli agricoltori (XXIV, 4-11) è da ricondurre, quanto all’origine prima, alle pazzie degli Erranti.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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