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      Fra pastori s’è visto abitare Tristano; violenze e ferimenti, ora si accennano, ora si descrivono. Così una volta che i pastori, secondo il loro brutto costume, si gittano addosso all’infelice nipote di re Marco e lo vanno percotendo, egli [404] prende una delle loro mazze e ne atterra ben quattro: vista la qual cosa, gli altri si danno a scappare (I, f.o 192). E casi non troppo dissimili avvengono a Lancilotto nella sua quarta pazzia. Il povero forsennato entra in Corbenic: «Et maintenant que il antra ou chastel, li enfant et li garçon qui tost le connurent afors dou sans, le conmancierent a batre et a ferir et affaire grant noise(1566), et grant criee après lui;(1567) si le conreerent(1568) tant, que il prist pierres, et lor conmance a ruer, tant que il en navra plusours. Et quant ce fu chose que pierres li faillirent et que il ne trouva plus que ruer, si lour corut sus, et les flatissoit(1569) comtre terre, si an bleça plusours celui jour:(1570) tant que il conmancierent tuit a foïr devant lui,(1571) por ce que il n’an trouva nul si fort que il ne debrisast tout a l’abatre. Et en ce que il fuioient devant lui, si crioient tuit ensamble: Vez ci le fol! vez ci le fol! Fuiez! fuiez!»(1572) Questa scena è imitata in un episodio del Palamedès, di cui ancora non ho detto nulla. Trattandosi di un romanzo cosiffatto, non potrei esimermi dal discorrerne, quand’anche non fornisse materia a riscontri specifici più o meno probabili.
      Vi è protagonista Daguenet, personaggio ben noto al Lancelot,(1573) e che già ho ricordato nella pazzia di Tristano.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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