Pagina (442/965)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Le cinque ottave dell’Innamorato (III, VI, 45-49) ne hanno prodotto ben sedici nel Furioso (XXVII, 53-68). La semente, come si vede, è caduta in un campo ottimamente disposto per farla fruttare.
      Una variante assai gradita delle contese abbiamo in Marfisa che riconosce Brunello e lo vorrebbe impiccare (st. 85-99). Certamente non era possibile una contesa simile alle altre con un omiciattolo di cotal fatta, e ladro per soprammercato. Anche partendo dalla medesima idea, le applicazioni, per ogni uomo di buon senso, dovevano riuscire totalmente diverse. In sostanza, Marfisa non fa se non mettersi a eseguire, poiché finalmente può, quanto invano aveva voluto nell’Innamorato. Ivi infatti, in quel curiosissimo inseguimento, che è da mettere tra gli episodî più originali del poema, s’era detto:
      Ma pur Marfisa gli è sempre a le coste,
      E d’impiccarlo ogn’ora lo minaccia.
      (II, XVI, 3.)(1602)
      A questo punto la Discordia trionfa, e manda un grido spaventoso (XXVII, 100-101), che dagli effetti si riconosce senza fatica emanazione di quello di Aletto nel settimo dell’Eneide (v. 511-18).(1603) Sennonché inopinatamente il temporale si risolve [416] per gran parte in nulla. Dovrei parlare qui subito della scelta di Doralice fra due pretendenti. Mi si conceda una dilazione. Le armi per un tratto ancora.
      Sicché vado a cercare il seguito nel canto XXX, st. 17-70, per dire che non c’è bisogno di aggiungere gran cosa quanto all’origine di quelle sessanta ottave. Ancora gli stessi viluppi; ancora Agramante che si sbraccia inutilmente per sciogliere i nodi, e in mancanza d’altro rimedio, induce i contendenti a rimettersi alla sorte.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





Innamorato Furioso Marfisa Brunello Marfisa Innamorato Marfisa Discordia Aletto Eneide Sennonché Doralice Agramante