Né son già sole ad opporsi ragioni d’indole generale. Certo nella storia delle Mille e una Notte v’è sempre molto di [440] oscuro;(1664) e non so se il Lane, così autorevole, in quanto fu detto poi troverebbe motivi imperiosi per smuoversi dalla sua idea, poco diversa d’altronde da quella del de Sacy, che la raccolta da noi posseduta, quale si può ristabilire attraverso a molteplici alterazioni di trascrittori e riscrittori, sia da porre tra il 1475 e il 1525, ossia precisamente al tempo dell’Ariosto.(1665) Ma è anche stato assodato da un pezzo che in un’altra forma l’opera è esistita parecchi secoli prima, e che essa era traduzione di un libro persiano, nel quale il racconto fondamentale conveniva di certo sostanzialmente col nostro. Né la Persia è la patria di quel racconto. Esso proviene integralmente dall’India;(1666) dalla quale una recente scoperta(1667) ci dà fondamento a ritenere che al pari di esso sia pur derivata una prima raccolta, che il racconto servisse a introdurre e concatenare.(1668)
Una certa tendenza ad attenuare l’affinità della narrazione italiana coll’araba manifestò per il primo Augusto Guglielmo Schlegel, fin dal 1833.(1669) Ciò egli fece nella foga del combattere la credenza del Caussin de Perceval. E siccome l’opinione sua propria fu che l’Ariosto dovesse il racconto «à quelque ancien conteur de fabliaux», così egli venne in certo modo ad anticipare ipoteticamente l’idea, che poco dopo fu cominciata a sostenere dietro indizi di fatto.
Fra i molti documenti dell’antica letteratura francese messi in luce da A. Jubinal, ce n’ha uno che s’intitola Le Blasme des Fames: breve satira contro le femmine, pubblicata l’anno 1835 nel volume Jongleurs et Trouvères.
| |
Mille Notte Lane Sacy Ariosto Persia India Augusto Guglielmo Schlegel Caussin Perceval Ariosto Jubinal Le Blasme Fames Jongleurs Trouvères
|