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      L’altro vorrebbe andarsene: egli sostiene, che, essendo caduti entrambi, la battaglia non è finita e bisogna venir alle spade. Guilan non rifiuta; prende a combattere, questa volta in luogo più comodo; e dopo un gran dare e ricever colpi, riduce l’avversario all’impotenza, e lo costringe a promettere che si presenterà al re Lisuarte. I prigionieri sarebbero ora liberati; ma, per guadagnar tempo, essi hanno pensato a sciogliersi da sé durante la battaglia.
      [466] Quest’avventura, come in generale pressoché tutte quelle di cui si compone l’Amadís, deriva da originali francesi. Le diede origine, per quanto so vedere, un episodio del Tristan, che ancor esso ci offre tanti riscontri colla narrazione ariostea, da poter ben pretendere con diritto di aver parte nella sua paternità. Aver parte, intendiamoci: non già rivendicarla a sé solo; ché il ponte del Tristan non è altrimenti angusto come quelli dell’Amadís e del Furioso, quantunque - e questo, per verità, è l’essenziale - dia esso pure occasione a capitomboli ed a bagni assai rischiosi. La circostanza dell’angustia fu aggiunta come a guisa di rincalzo dall’autore spagnuolo, al quale la suggerivano altri luoghi dei romanzi francesi; e da lui, se non erro, la prese Messer Lodovico. Insomma, qui pure, secondo me, come in varî altri casi, modello e imitazione avrebbero cooperato nel dar vita ad un nuovo prodotto.
      Rappresentiamoci dunque un fiume (Trist., II, f.o 170)(1742) «si durement grant et parfont, qe bien se meist en aventure de mort qi passer le vousist a cheval, se trop bien ne fust montez.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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