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      (1766)
      Il combattimento con Bradamante (XXXV, 40-51) è dei tre quello che dà meno a dire. Rodomonte, il difensore del passo, cade a terra e rimane sul ponte, mentre l’avversario si tien saldo in sella: così accade a Claudius, giostrando contro Galaad (Trist., II, f.o 188).(1767) E qui, come presso di noi, abbiamo la cessazione dell’usanza; inoltre una statua di bronzo inalzata al vincitore, che può far riscontro alla scritta messa da Bradamante in memoria del fatto (st. 57). Questa tuttavia ha parentele sporadiche più prossime.(1768) Presi a uno a uno, sono antichi anche gli altri elementi introdotti nella composizione: lo strumento della vittoria, cioè la lancia d’oro, di cui discorrerò più tardi, i patti con Rodomonte, e così via. Il rossore dell’orgogliosissimo re di Sarza, al vedersi abbattuto da una donna (st. 50), fa subito risovvenire il Sacripante del canto I. Lo spogliarsi delle armi, gittandole via, risponderebbe esattamente all’atto di certi cavalieri quando si sentono scavalcati da un cornovagliese,(1769) se ciò che fa Rodomonte non fosse qui dovuto a una condizione pattuita prima di giostrare. Qualcosa di quei riscontri s’ha tuttavia nel modo come la condizione è eseguita. Ma il re di Sarza non si contenta di così poco. Va addirittura a ritirarsi in una spelonca. Possiamo dire che compia adesso di fare ciò che aveva iniziato venendosene alla cappella.
      C’è un personaggio di cui non ho ancora detto nulla. Eppure fa la sua apparizione in tutti e tre gli episodî del ponte, e con Orlando, e con Brandimarte, e con Bradamante, sicché, quand’anche non fosse donna, non sarebbe lecito fingere di [471] non accorgersi della sua presenza.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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