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      E in quali mani il poeta ha fatto cadere un arnese così miracoloso! - In quelle di Astolfo, il più gran vantatore del ciclo carolingio, ed insieme uno dei [479] cavalieri più avvezzi a provare se il terreno sia soffice o sodo. L’Ariosto segue la via aperta dal Conte di Scandiano.(1800) Sennonché tra le mani di una guerriera non meno prode che modesta, l’arma non darà più luogo agli episodî comici e singolari dell’Innamorato. Vien meno il contrasto con tutti i suoi felicissimi effetti.
      Gl’incidenti del viaggio di Bradamante, uno solo eccettuato, sono giunte apparse la prima volta nell’edizione del trentadue. Le stampe anteriori conoscono soltanto un certo sogno (XXXIII, 60), di cui si dirà qualche cosa a suo luogo. Né dei tre re venuti dal settentrione, né di Ullania, sapevano nulla; il che significa che vi mancava altresì tutto il canto XXXVII, il quale venne a prender posto nel poema insieme coi casi descritti nella seconda metà del XXXII. Faccio questo ravvicinamento, perché, se non m’inganno, aiuta a riconoscere quale sia stato il primo schema su cui Lodovico elaborò le sue giunte. Procuriamo di aguzzar bene la vista, perché c’è dell’arruffìo, e non poco. Per ora bisogna astrarre da una moltitudine di elementi, e tener dietro unicamente a certi rapporti fra Bradamante ed Ullania.
      Bradamante s’incontra (XXXII, 50) in una messaggera della regina d’Islanda, mandata con uno scudo al re Carlo Magno. Nella redazione definitiva del poema quello scudo è un ricco scudo d’oro (st. 57) e nulla più. Ma prima esso aveva posseduto un pregio ben maggiore: vi si vedeva rappresentata una lunghissima serie di eventi passati e futuri, parte dei quali furono poi trasportati sulle pareti di una sala.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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