I dubbî riguardano solo gli accidenti. Ché si amerebbe di sapere se l’Ariosto conobbe precisamente il testo nostro, od una sua fonte.
Dagli studî del Löseth intorno ai Tristani dei codici parigini essa non è venuta a resultare;(1819) e a priori nessuno potrebbe contestare la possibilità che l’oltraggio di Breus alla donna sia abbellimento di autore italiano. Ma quand’anche fosse (e non è probabile), non crediamolo parto di una fantasia capricciosa. Molte e molte femmine d’ossa e di polpe ebbero ad arrossire del rossore di Ullania, e in Italia e fuori. Il [483] costume s’affaccia qual pena all’impudicizia in territorî celtici(1820) e iberici.(1821) Della Francia mi piace ricordare la «chanson de geste» di Parise la Duchesse,(1822) dove i borghesi di Vauvenice, impadronitisi della seconda e non legittima moglie del duca,
Tot après la ceinture li ont les draz copez:
(V. 2074)
esempio fantastico, ma che riflette manifestamente un’usanza reale. In Italia trovo che fino dall’839 la moglie di Sicardo principe di Benevento manda de’ suoi che le conducano in modo obbrobrioso la moglie di un grande, per vendetta del marito, colpevole nientemeno che di averle visto nudi i piedi, mentre li stava lavando; e «Dum famuli eius talia fecissent atque usque ad suras» (delle «surae» da protrarsi molto all’insù) «vestimenta abscidissent,.... principissa ipsa[m] per tota castra deportare jussit».(1823) Di Alberico da Romano ci è attestato, fra le altre crudeltà, questo fatto: «Dum quadam die suspendi quosdam milites precepisset, antequam eorum guttura laqueis stringerentur, uxores eorum adesse precepit ad tam horribile spectaculum intuendum.
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