» Danayn aveva sentito parlare di questa usanza; ma credeva fosse uno scherzo. Per sua parte è ben pronto a osservarla; «Mais s’il advenist ore en telle guise que leans n’eüst nulz chevaliers errans, nous pourrions herberger tout franchement? - Oÿ certes, dist Guiron; de ce ne doubtés point en riens.»(1857)
Apro una parentesi. La singolare mischianza del Furioso si sarà appalesata ad ognuno. Nel Tristan abbiamo i pastori, e da uno di essi si comincia a sentire qualcosa in confuso d’un costume insolito. In che proprio consista, sì noi, che i due cavalieri, lo sapremo soltanto dalla gente del castello. Nel Palamedès i pastori sono spariti; ma uno dei cavalieri che vengono per chiedere albergo, conosce già l’usanza, e ne informa il compagno prima che si parli con nessuno di là dentro. E nel Furioso? - S’hanno i pastori, e s’hanno preventivamente [492] tutte le informazioni desiderabili: le parole di Girone sono emigrate sopra la bocca più rozza d’un personaggio fornito dall’altra versione. Per verità Lodovico avrebbe forse fatto meglio a non mescolar tanto; e poiché Bradamante non aveva seco persona con cui discorrere, giovava lasciar le cose quali erano poste dal Tristan. È ammissibile in un pastore, che nelle condizioni dell’età feudale si eleva di ben poco sopra le bestie che ha in custodia, il saper dar conto per filo e per segno di una matassa così complicata e così estranea alla vita sua, quali sono le usanze del castello? È inutile: la contaminazione è uno degli strumenti più pericolosi; per quanta cautela si ponga nel servirsene, qualche guaio finisce sempre per nascerne.
| |
Guiron Furioso Tristan Palamedès Furioso Girone Lodovico Bradamante Tristan
|