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      Fanno prove mirabili; ma sono ancora ben lontani dall’essersi sbarazzati della turba degli assalitori.
      Lasciamoli combattere, per tornar dentro a Guiron, il quale neppur lui non ha una notte tranquilla. Il suo cuore è altrove; «Amour le fait orendroit rire et après le fait penser. Et qu’en dirois je? Amour le tient en ses las en toutes guises, car elle le maine a son vouloir.» Danayn s’accorge di questa irrequietezza: «Or congnoist il bien tout appartement que il dort moult povrement, et qu’il ne fait si non penser et se tourner dedens son lit, puis a destre, puis a senestre.» Parole simili a queste ultime abbiamo anche nel Furioso (XXXIII, 59). E anche lì Bradamante passa una notte insonne per la medesima cagione: l’amore. È un curioso incontro; curioso, perché proprio si tratta di una coincidenza affatto casuale. Ché questa parte, l’insonnia, poi verso l’alba il sogno (XXXIII, 60-61) e al ridestarsi i nuovi lamenti (st. 62-64), s’hanno anche nelle prime edizioni, le quali ignorano affatto l’episodio della Rocca di Tristano, e che però non si sono qui ancora imparentate col Palamedès. La sola differenza si è che ivi la scena è collocata nel castello Ch’alla via di Parigi si ritrova (XXXIII, 77), l’unico noto a quelle edizioni. Quella che non è fortuita si è la convenienza con un epigramma Ad Somnum di Gerolamo Angeriano.(1905)
      [501] Siamo finalmente all’ultimo atto. Venuto il mattino, Guiron e Danayn si levano ed escono.(1906) Essi non trovano lì ad aspettarli i poveri banditi; come s’è detto, se ne sono andati, ed hanno poi urtato in un grave intoppo.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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