S’altr’arme, altro destrier da lor non fiaGuadagnato per forza di battaglia.
(St. 76.)
[502] E cosa fa Hector? «M’en irai», egli dice (Trist., I, f.o 45), «ainssi.... jusque a tant qe j’ai recouvré autre cheval et autres armes. Car celles ne metroie ge plus en mon dos, se jamès armes ne devoie porter.»
Un punto ancora, e la Rocca di Tristano si potrà abbandonare. Non s’è detto nulla della seconda costumanza che s’osserva là dentro: quella per cui, se ci viene ad alloggiare donzella o dama e poi ne sopraggiunga un’altra,
. . . . . . . . . . . . alla più bellaL’albergo, ed alla men star di fuor tocca.
(XXXII, 68.)
L’usanza è addirittura villana, né s’intende troppo in che legame stia colla storia della istituzione.(1910) Invece si scorge senza difficoltà l’origine nella mente del poeta. Qualche cosa di simile, se si rammenta, s’ebbe nella storia del Passage Perilleux. Galeoth propose a Dyodenas un confronto tra la bellezza di due dame. Questo fu, secondo me, come un ponte per condurre la memoria al Chastel de Plor ed a qualche sua propaggine, dove s’ha indubbiamente l’origine della scortese costumanza.(1911) Mi posso richiamare all’esposizione di quel costume fatta ad altro proposito.(1912) Bisogna convenire che l’Ariosto è saggiamente economo. Costruendo la sua città femminile, grazie ai nuovi materiali messi in opera, il paragone della bellezza diventò superfluo. Un altro avrebbe forse buttato quegli avanzi. Egli no: li tenne in serbo, e dopo molti anni venne pure il giorno di potersene valere utilmente.
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