Come si vede, è ancora uno svecchiamento che ha per causa e condizione la donna guerriera.
E gli effetti felicissimi di questo tipo toccano un grado assai più elevato nel duello con Marfisa (XXXVI, 18).(1940) Non è poca cosa l’aver potuto condurre a fronte due donne, l’una gelosa, l’altra superba più che Lucifero.(1941) Abbiamo così un [509] combattimento (XXXVI, 19-23. 43-49) che tiene assai d’una baruffa di donne. C’è una gran verità qua dentro. Non ci s’aspetterebbe una stizza così sfrenata da Bradamante; ma rammentiamoci che, guai, quando i santi si mettono in collera! Perfino il fare che essa si scagli contro Ruggiero e ne voglia la morte (XXXVI, 31-38),(1942) affinché se ha lei ad esserne priva, non ne goda un’altra, è un ardimento che non eccede punto il verosimile. È entrato nella mite e soave fanciulla un po’ dell’anima di Medea; e in momenti siffatti sta assai bene. Nell’Innamorato non avrei che contrapporre, se non forse, a grandissima distanza, un combattimento tra Orlando e Rinaldo (I, XXVII, 62). Anche Orlando è aizzato da una gelosia cieca e infondata; anche Rinaldo non vorrebbe a nessun patto saperne di combattere col cugino. Sono analogie remote, e di nessun rilievo per la questione delle origini. Né sotto questo rispetto è cosa di troppo maggiore importanza, se il duello convertito in scaramuccia e battaglia per opera di quella parte che vede il suo campione in pericolo (st. 28-30), ha riscontri parecchi; per esempio, nelle storie di Uggeri.(1943)
Al vecchio mondo dei romanzi italiani ci riconduce la catastrofe.
| |
Marfisa Lucifero Bradamante Ruggiero Medea Innamorato Orlando Rinaldo Orlando Rinaldo Uggeri
|