Due gemelli, che la sorte divise bambini, tratti dalle vicende ad affrontarsi senza conoscersi in una battaglia accanita, occorrono più d’una volta nella letteratura cavalleresca anteriore. È il caso di Ottaviano dal Lione e Gisberto dal [510] Fiero Visaggio nel Libro di Fioravante (cap. LXXIV)(1944) e nei Reali di Francia (l. II, cap. LIII);(1945) di Aquilante e Grifone nelle storie del Danese.(1946) Anche il modo come la verità viene a manifestarsi, è strettamente analogo. La voce dello spirito d’Atlante ha preso il posto di quella non meno portentosa del lione d’Ottaviano e dell’orsa d’Aquilante. E quel lione fu sempre fido custode e difensore di Ottaviano fin dalla primissima infanzia, ossia, fu per lui ciò che Atlante per Ruggiero. Anche l’orsa, imitazione patente del lione, ha fatto assai per Aquilante, sebbene comparsa solo verso il termine del dramma. Naturalmente non sono due belve ordinarie: sotto le spoglie del lione ebbe la mirabile pazienza di dimorare diciotto interi anni nientemeno che San Marco; l’orsa è di certo un angelo per l’autore della redazione prosaica, poiché, non appena essa ha dichiarato ai due fratelli la verità del loro nascimento, «apparve una chiara nugola, e visibilmente acquesti due, e non ad altri, detta orsa ne fu portata.»
Ma Ruggiero e Marfisa, erano già fratello e sorella per il Boiardo? - Io credo fermamente di sì. Di una sorella nata con Ruggiero ad un parto, parla il re di Garamanta:
Nacque con esso ancora una zitella,
Ch’io non l’ho vista, ma ha somiglianza
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