Galiziella si conduce, non senza avventure, alla città di Prenorusa(1953). Colà cela il suo vero essere, ed è accolta amorevolmente e tenuta in luogo di figlia dalla regina Frolisetta(1954), che governa in assenza del marito. Dopo due mesi partorisce due gemelli di sesso diverso, e muore. Un sogno spaventoso, rinnovatosi per tre successive notti, induce Frolisetta ad ordinare l’uccisione del bambino maschio. Per la solita compassione, che da Edipo in qua ha salvato tante creaturine innocenti e permesso ai fati di avere il loro corso, i manigoldi si contentano di abbandonarlo. Raccolto ed allevato da una bertuccia, cresce propriamente come un uomo selvaggio. Ma poi è preso, ed una gran maestra di negromanzia - si chiama Cassandra - lo addomestica e ingentilisce, a beneficio di una sua sorella per nome Tarsia. Inutile dire che Aquilante riesce un cavaliere di somma valentia. Invece non si potrebbe così facilmente intendere, se non si dicesse, che anche Formosa, la sorella, acquista non minore prodezza nelle armi, e ne dà prove segnalate. Insieme col Soldano ella passa in Italia e stringe Roma, difesa dalla paladinerìa di Carlo Magno. In questa guerra il sagace Orlando, a cui la donzella ha detto sul campo il poco che le è noto della sua nascita, si appone al vero. Gli conferma l’induzione il sapere di Aquilante, che Astolfo, il quale lo vide, gli dice somigliare assaissimo alla fanciulla. Allora Orlando, non mai pigro a viaggiare, va per Aquilante e lo conduce a Roma. Il sospetto non lo muove già ad impedirgli di affrontarsi con Formosa: i due giovani si scontrano, e combattono per ben due giorni.
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