Ma e se la somiglianza venisse da un mero accidente? E se Formosa fosse un nome tradizionale? - A me non pare;(1956) ad ogni modo resti la questione insoluta, che non sarà poi una gran disgrazia.
Rispetto a Lodovico non sono meno titubante. C’è la conformità del combattimento tra i due gemelli; e quel che più importa - perché cosa estranea ai casi di Ottaviano e Gisberto, di Aquilante e Grifone, che hanno pure cooperato - tra i due tuttavia pagani entrambi. Vien poi fatto di notare un’altra minuzia. «Galaciella», secondo il Furioso, è gravida di sei mesi, quando è messa in mare (XXXVI, 74); nell’Aquilante e Formosa di sette, e non partorisce se non dopo due mesi. Il vedere come in un altro passo di Lodovico (Ib., 61) la donna paia essersi sgravata appena scesa sul lido africano, non distrugge, bensì rafferma. Una circostanza così poco salda nella mente del poeta, che ora egli ci bada, ora no, ha tutta l’apparenza d’esser roba estranea; né la fonte potrebbe qui essere il poema stampato dell’Aspramonte, dove il parto sembra seguire senza intervallo (XII, 83). Ma l’indizio che in favore [517] dell’Aquilante e Formosa parrebbe resultare da ciò, svanisce, e peggio, quando si trova esservi un accordo anche più pieno col Rambaldo (cap. IX): «Istando Alta Regina Bella detta Galizella in prigione a buona guardia nella città d’Arganoro in Africa, esendo pasato i tre mesi, sì cominciò a sentire il dolore del parto». Che se la conoscenza del Rambaldo non si lascia davvero dedurre da una convenienza così minuscola, nulla si oppone all’ipotesi di un rapporto indiretto.
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