Tiriamo la somma delle conclusioni: zero più zero uguale a zero. Poco importa. Basta per ora il sapere che quanto si narra dei figliuoli di «Galaciella» dal Boiardo (II, I, 70, XVI, 35, XXI, 54), e quindi anche dall’Ariosto, che gli si conservò fedele in molti punti solo aggiungendo un po’ di colorito, ha radici profonde nel terreno della tradizione. Ciò non significa che Lodovico, al tempo stesso, non svisi, e non dica anche cose contrarie a quelle affermate comunemente: l’atto pietoso di Almonte è convertito in una specie di fratricidio (XXXVI, 60). Immagino si siano volute aggiungere per Ruggiero e Marfisa nuove ragioni di odiare la schiatta di Agolante e di abbracciare la fede cristiana.
Ammutito, e per sempre, lo spirito di Atlante, Ruggiero fa alla sorella un’esposizione della loro comune stirpe (XXXVI, 70-74), che sarà da mettere con quella snocciolata dallo stesso personaggio a Bradamante nell’Innamorato (III, V, 18-31).(1957) Si riduce in forma assai più succinta la parte antica, e s’aggiunge qualche cosa alla moderna, prendendo dalle storie d’Aspramonte, non senza liberissime alterazioni, quali già s’erano avute nel discorso di Atlante. Ché secondo tutte le versioni Risa è bensì presa a tradimento,(1958) e secondo l’Aspramonte in prosa, dal quale in ciò si scosta l’autore del poema stampato, Almonte uccide veramente Riccieri a tradigione;(1959) ma in tutto [518] ciò, anzi in tutta la guerra d’Italia, il padre di Agramante non ha parte alcuna.(1960) Quindi non trovano ragione fuori di qui i rimproveri di Marfisa a Ruggiero (st.
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