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      Marganorre, sfogato il primo furore (XXXVII, 79), si contenta di meno, purché non si tratti di casi che vengano a ripresentargli le circostanze della sua duplice sciagura (Ib., 83-84). Ha separato ne’ suoi dominî gli uomini e le donne, mandando queste ultime a confino (Ib., 38-40, 81-82). Che ci abbia aggiunto una severa sanzione, è troppo naturale. Se per lo scorciamento dei panni s’è incontrato con lui Alberico, per questa barbara separazione verrebbe la voglia di mettergli a fianco Ezzelino, il quale, come dice un contemporaneo, il cosiddetto Monaco Padovano, «viros ab uxoribus separabat». Ma è da riflettere che queste separazioni avevano, a quel che pare, il solo scopo di stringere altre unioni.(1971) Del resto, crudeli usanze contro le femmine, se ne potrebbero raccogliere dai romanzi in numero non piccolo. Alcune furono già ricordate.(1972) Aggiungiamone qualche altro esempio. Re Vergante, nel Morgante e nel suo originale,(1973) ha rapito agli abitanti della città d’Arna tutte le figlie, per sforzarle, e ha cacciato parte della popolazione. Egli rassomiglia al Marigart li Roux del Lancelot,(1974) che ogni giorno prende agli infelici abitatori di un castello tolto a Organe, cugina di Lancilotto, che non voleva sapere di lui, una delle figliuole venute in età da marito; e dopo averne fatto il suo volere, l’abbandona a vili servi. Alla sua gente abbandona del pari le donne dei cavalieri da lui vinti - a eccezione di una, che ha preso per sé -, tenendole per [521] di più nude, il feroce Greomar del Livre d’Artus.


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Le fonti dell'Orlando Furioso
di Pio Rajna
pagine 965

   





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