105).(2040)
Sennonché il Senąpo di Lodovico č un Prete Janni soltanto al di fuori. Questi era un santo e venerando pontefice, cultore dogni virtł, nemico dogni vizio,(2041) signore di popoli che non conoscono la menzogna. Di lui non si dice parola che non suoni rispetto ed ammirazione. Allincontro il Senąpo fu da giovane un superbo, il quale, come Alessandro - e, aggiungiam pure, [534] a sua imitazione,(2042) nonostante qualche concorrenza a mio vedere poco temibile(2043) -, tentņ di giungere al Paradiso terrestre, con animo di sottometterne gli abitatori, e fu punito col castigo che anticamente era stato inflitto a Fineo, per una colpa, secondo certe versioni, consimile.(2044) E le narrazioni degli antichi intorno a Fineo servono appunto di modello per tutto lepisodio.(2045) Il poeta stesso ce lo dice a modo suo, quando, con santissimo sdegno, invoca chi, a somiglianza di Zete e Calai, liberi lItalia dalle nuove Arpie che laffamano, e torni liete le mense,
Come essi gią quelle di Fineo, e dopoFé il Paladin quelle del re Etļņpo.
(XXXIV, 3.)
La fonte diretta fu qui Valerio Flacco (Arg., IV, 422-584). Virgilio (Aen., III, 210) non rimase estraneo;(2046) singole idee o [535] notizie furono tolte anche daltronde;(2047) ma al confronto di Valerio, tutto ciņ si riduce a poca cosa. Per convincersene, č necessario un paragone minuto, del quale io darņ solo la traccia.(2048) Anzi, pur certe diversitą sono provocate dalle parole dellautore latino. Dimentica il Senąpo di prendere la fedel verga, nella sua impazienza di accorrere, appena gli č annunziato larrivo di Un cavallier sopra un cavallo alato, predettogli come liberatore de suoi mali?
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