(2086) Vi arriva, senza tuttavia tentare di penetrarvi, anche Fortunato con tre suoi compagni (Fortunato, f.o 91 v.o). Costoro, tanto per variare, hanno seguito il corso del Phison. Qui pure, come presso l’Ariosto, siamo nell’Etiopia. Ed anche Uggeri il Danese parrebbe da mettere tra i precursori di Astolfo. Non per un disegno di conquista, che lo farebbe invece precursore del Senàpo,(2087) se della sua impresa, arrestata dalle fiamme che chiudono l’unica entrata del Paradiso, non fosse testimonio troppo poco autorevole il cervellotico cronista Jean d’Outremeuse;(2088) bensì per le affermazioni sue proprie nella redazione francese prosaica della sua storia;(2089) e perché nei Fioretti dei Paladini vedo apparirgli un angelo, il quale gli diceIddio, che ha ogni cosa in sua podesta,
Ti comanda che sia di qui diviso,
E sol vada al terrestre paradiso.
[544] Il poemetto termina poco dopo, sicché dell’andata non sappiamo più altro; ma certo l’anonimo autore ebbe intenzione di condurre il valente guerriero a quelle sedi invidiabili e di servirgli da storiografo.(2090)
Il Paradiso dell’Ugo d’Alvernia non sembra collocato sulla vetta di un monte.(2091) Perlomeno, l’Ariosto non avrebbe potuto ricavare di là la sua concezione, così chiara e netta. Tuttavia essa vien sempre dal gran magazzino delle credenze medievali. Della montagna dantesca dobbiam dirla sorella, piuttosto che figliuola. Allorché Dante pose alla sommità di una montagna eccelsa la dimora assegnata primitivamente da Dio all’uomo, egli non fece se non andar dietro a un concetto universale del medioevo.
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